Al Comunale era programmata una manifestazione natalizia. “Ecco dove potrei andare oggi”, ho pensato. Non capisco come mai, per un anno intero, non mi sia venuto in mente di fotografare l’interno di un teatro. Data la penuria di luoghi fotografabili che caratterizza questi miei ultimi giorni da blogger, l’idea ha preso subito campo.
Alla fine della scala mobile però, Nikotina, dotata ormai di volontà propria, mi era già saltata al collo. L’esperienza insegna che qualsiasi momento potrebbe essere quello giusto. E infatti eccola lì, appena fuori dalla scala mobile, la pista di ghiaccio installata apposta per questo Natale. Sapevo che c’era, ma me n’ero dimenticato.
La pista pare inserirsi bene nel contesto della piazza: sembra esserci sempre stata. Sui pattini ci vanno soprattutto i bambini, anche molto piccoli, e i loro genitori che li sorreggono e li guidano. Mi piazzo sulla palizzata pronto a registrare gli inevitabili capitomboli.
Ma devo darmi una mossa: al Comunale avranno già cominciato. E infatti arrivo buon ultimo quando in platea non c’è più neanche un posto a sedere. Poco male, non sono mica venuto per assistere allo spettacolo! Mentre l’orchestra attacca qualche nota natalizia, io mi appresto a scattare qualche foto. Ma c’è un problema: che l’intera platea è completamente immersa nel buio, un buio pressoché totale. Sembra un oceano scuro in una notte senza luna. Mi ci vuole un bel po’ di tempo per cominciare, in quel mare di teste, a intravvedere qualche forma vagamente riconoscibile.
Cerco di aiutare Nikotina come posso, ma quando la luce è scarsa non c’è compensazione che tenga. L’unica cosa che si possa fotografare è il palco il quale emerge dalla pece scura come la sala da ballo di un transatlantico.
Ma pure lì ci sarebbe da dire. Se fossi l’addetto alle luci – ma dubito che stamattina ce ne fosse uno – cercherei di illuminare il palco in modo uniforme o di illuminare i soggetti man mano che entrano in azione. Non è possibile che dei poveri bambini – tra l’altro, le voci soliste del coro – vengano disposti nella zona più buia e per di più illuminati da una luce posteriore. Ma doveva essere uno spettacolo di Natale o un film di Dario Argento?
Infastidito, esco dal teatro e mi sposto verso la piazza. Chissà perché, mi torna in mente una vecchia battuta che mi ha raccontato chissà chi e mi fa sempre molto ridere. Diceva più o meno così: “Ricordo con angoscia la prima volta che ho fatto l’amore. Era notte, era buio, ero solo”.
Ora sono pronto, e dell’umore giusto, per cercarmi qualche altro soggetto.
—ooo—
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