#346 La discussione

Avevo cominciato, poco meno di un anno fa, pubblicando una fotografia al giorno. Anche i testi che l’accompagnavano erano striminziti, ridotti all’osso. Poi, con l’andare del tempo, per contrastare la noia, per sperimentare qualche modesto brivido, vedendomi seguito da un numero sempre maggiore di amici, mi sono allargato. Anche troppo, probabilmente.

In queste ultime settimane sono arrivato a pubblicare dalle sette alle dodici fotografie al giorno e il commento quasi mai si limita ad una semplice didascalia. Perché? Se lo sapessi ve lo direi. In questo momento e finché dura la corsa, sono l’ultima persona in grado di valutare con obiettività “il senso” di quello che sto facendo.

A questo punto del gioco sono come il leone e la gazzella della savana. Nessuno dei due sa perché, ma tutti e due, al risveglio, sanno di dover correre. A dir la verità, all’inizio dell’anno mi sentivo più leone, ora che l’anno sta per finire mi sembra piuttosto di essere gazzella. Ad ogni modo, al risveglio, so che devo mettermi a correre.

Non sempre, per fortuna, corro da solo. Ogni tanto qualche anima buona mi accompagna. Oggi, per esempio, mi ha accompagnato un’amica, con la quale ho condiviso la trasferta. Il tempo passa meglio quando si è in compagnia. Si comincia dandosi conto delle novità reciproche; si continua raccontandosi quello che si sta facendo e quello che si vorrebbe fare; si spettegola un  po’ di questo e di quello e, spesso, si finisce per litigare.

Anche litigare è un modo di passare il tempo. Se poi i soggetti in questione si dichiarano di sinistra , be’… allora la discussione è quasi inevitabile. A patto di non metterci cattiveria – e non è il nostro caso – discutere è un modo di raccontarsi. Senza contare che il tempo vola, e si va più lontano.

Oggi, come raccontano le foto, abbiamo fatto un bel giro. La corsa doveva portarci, attraverso la Valcellina, a Barcis, in Friuli. La prima sosta l’abbiamo fatta, per dovere ma anche per piacere, sulla zona della diga e, poco dopo, ad Erto. Sotto di noi, nella valle del Vajont, un’esile nebbiolina si accompagnava a una luce magica che conferiva maggior risalto alle cime degli abeti.

E tuttavia siamo ripartiti quasi subito perché dovevamo riprendere la discussione, la quale ci ha impegnato fin dopo Cimolais e lungo il corso del Cellina. Una piccola deviazione in corrispondenza del Rio Ferron, ci ha obbligato ad interromperla, ma appena possibile l’abbiamo ripresa e portata avanti finché non siamo arrivati a Barcis, dove si è finalmente conclusa di fronte ad un piatto di gnocchi.

Sulla strada del ritorno il menù è stato più o meno lo stesso. Nel senso della discussione, non degli gnocchi. Fosse dipeso da noi, un paio di partiti li avremmo sciolti, avremmo tolto il diritto di voto una metà circa degli italiani e fatto pagare le tasse ai furboni di tre cotte che non le pagano. Si tratta di un programma di massima, s’intende… Per i dettagli ci troveremo un’altra volta.

Era pomeriggio inoltrato quando sono arrivato a Belluno. Il sole stava tramontando dietro San Pellegrino. Non ho resistito ed ho scattato l’ultima foto della giornata.

20131212 105152 4927_wm vajont

20131212 111540 4947_wm da erto

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20131212 122311 4996_wm rio ferron

20131212 124622 5005_wm cellina

20131212 141945 5026_wm lago di barcis

20131212 143237 5035_wm verso andreis

20131212 164452 5079_wm tramonto a san pellegrino

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