#335 A zonzo aspettando il pranzo

Il mio stomaco, ultimamente, è stato sottoposto ad un “tour de force” davvero impegnativo. Dapprima ha dovuto sostenere la generosità alimentare di tutto il mio parentado siculo per il quale la massima espressione di ospitalità consiste nel nutrire l’ospite fin quasi a farlo scoppiare. Non posso dire, come ha fatto a suo tempo l’onorevole Scaiola, che tutto questo sia avvenuto a mia insaputa. Avrei potuto dire di no, naturalmente, ma perché avrei dovuto? Quando mi ricapita di fare delle mangiate luculliane di così tante prelibatezze?

E così ho fatto la parte dell’ospite, un ospite consenziente e perfettamente consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri che, nella fattispecie, guarda caso, coincidevano. La verità è che alla cucina sicula, polenta a parte, non manca assolutamente niente per essere una delle migliori d’Italia e del mondo.

Mi ero comunque ripromesso, al ritorno, di sottopormi ad una dieta defatigante. Lo scopo non doveva essere quello di dimagrire (ci penserò a gennaio, giuro!), quanto di fare riposare lo stomaco in vista degli impegni mangerecci dell’ormai prossimo Natale. Pensavo a brodini, mele cotte e insalatine, ma non avevo fatto i conti con gli amici che, pare, aspettavano soltanto il mio ritorno per subissarmi di inviti.

Ben vengano, naturalmente. Amici ed inviti sono sempre graditi. Non bisogna snobbare i periodi di vacche grasse, perché poi verranno, statisticamente parlando, quelli di vacche magre. E poi, come si fa a rifiutare un invito? E’ maleducazione… ed io, come forse avrete capito, non sono un maleducato.

Ieri era stata una giornata difficilissima: ho dovuto mangiar fuori sia a pranzo che a cena. Primo, secondo, dolce, caffè e ammazzacaffè. E oggi si profilava il bis. A questo punto il  mio stomaco ha inviato al cervello un messaggio perentorio: “In questa Italia attanagliata dalla crisi, io sono l’unico che lavora, mi fai fare pure gli straordinari. O ti dai una regolata o finisce male”.

Messaggio ricevuto, ma ormai è tardi per dare forfait agli amici che mi hanno invitato. E poi dare forfait è maleducazione… ed io, be’, lo sapete. Non mi resta che smaltire in anticipo facendo una passeggiata preventiva. Quale migliore occasione per scattare delle foto bucoliche? Quelle di oggi vengono dai dintorni di Bes.

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