Mancano ormai pochi giorni al raggiungimento del mio obiettivo. Una foto al giorno, per un anno. Un anno è lungo anche solo a pensarlo. Un anno intero, se ce l’hai davanti, con l’obbligo di essere sempre lì, sul pezzo, è lungo da morire. Eppure, ormai, il mio anno fotografico è ormai quasi interamente alle spalle. Solo una manciata di ore mi separa dalla vittoria finale.
Eppure, ci credete? Ho una paura fottuta dei giorni che verranno. E non soltanto perché saranno giorni pieni, natalizi, e dunque colmi di distrazioni, relazioni, incontri. Tutte cose che potrebbero ostacolare, se non addirittura impedire, il conseguimento di un risultato ormai a portata di mano…
No, c’è dell’altro. C’è un pensiero, malevolo e subdolo, che s’insinua nel cervello e non mi molla un istante. Perché l’hai fatto? Hai conseguito il risultato che ti proponevi? E se anche arriverai fino in fondo, cosa resterà? cosa si dirà di te?
Diranno che sei un matto, che potevi spendere meglio il tuo tempo, che hai buttato via un anno di vita e che, in fin dei conti, hai fatto una stronzata. Una persona normale non si comporta mica così, ergo, non sei una persona normale… Chissà che problemi avevi…chissà cosa volevi dimostrare; e a chi.
Ne consegue che, l’andare avanti, equivarrebbe ad ammettere una debolezza, una mancanza la quale, a distanza di un anno, non si è colmata. Non sarebbe più onesto, più dignitoso, arrivati a questo punto, fare una piroetta e salutare prima della fine? Sarebbe un modo per affermare: ecco, vedete, potevo farlo e non l’ho fatto, mi sono fermato prima, ma l’ho deciso io; mi sono fermato prima perché non ho proprio niente da dimostrare, a nessuno.
Direbbero che sono un matto, che potevo spendere meglio il mio tempo, che ho buttato via un anno di vita, che ho fatto una stronzata… Deja vu.
Comunque sia, mi trovo in mezzo al guado o, se preferite e continuando con i francesismi, in un “cul de sac”. Con il timore che, all’ultimo momento, mi tremi la mano e che, presa da una sorta di angoscia, la mente, indecisa a tutto, mandi tutto a remengo.
PS
Le foto di oggi in realtà le ho fatte ieri, sulla spiaggia di Jesolo. Dopo aver visitato la mostra delle statue di sabbia mi è venuta voglia di calpestare la materia prima, la sabbia appunto, e mi sono portato sulla battigia. Il mare leggermente mosso e il cielo incerto hanno fatto il resto.
—ooo—
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