Ho una radiosveglia portatile e multifunzione e ieri l’avevo data a Sofia, la mia nipotina di due anni, per farla giocare. Le piace moltissimo giocare con la radio. Infila le sue ditine piccole e maldestre in ogni pertugio, ruota la rotellina della sintonia e quella del volume, preme ogni tasto. Ride ogni qualvolta sintonizza una stazione nuova; se c’è musica si mette pure a ballare, facendo ridere tutti.
Non le par vero di avere tra le mani una simile incredibile fonte di sonorità. Per noi adulti è un puro divertimento vederla gioire a quel modo, ma la nostra disponibilità dura poco. Ben presto prevale il fastidio per il baccano che, senza alcun controllo, fuoriesce da quel dannato aggeggio: improvvisi spezzoni di ondaverde si alternano a fondamentali dichiarazioni politiche, che tuttavia rimangono incompiute, inframmezzate come sono da suoni e spernacchiamenti di ogni tipo. Il tutto a volumi assolutamente insopportabili. Per farla smettere, dopo aver tacitato il volume, le insegno ad azionare la pila che è integrata nella radiosveglia. E’ una rivelazione! La nuova funzione l’attrae neanche fosse un nuovo mondo. Neppure Colombo davanti alle Americhe, immagino, aveva il suo sguardo.
Che scoperta! Quale meraviglia! Ad ogni pressione del tasto la pila varia il suo effetto: spenta, accesa a luce bianca, ancora bianca ma più luminosa, luci rosse a intermittenza. Uno spasso. Sofia ci prende gusto. Preme il tasto e si punta la luce sugli occhi – per controllare il risultato – giusto un attimo però, perché la luce l’infastidisce. Ci rimane male solo quando la luce si spegne, ma continua a premere dei tasti a caso finché il tutto non ricomincia, rinnovando la meraviglia.
Tutto questo per dire che oggi – che avrei potuto dormire alla grande – la radiosveglia mi ha svegliato alle cinque e quarantacinque… Piccola peste!
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La foto di oggi l’ho realizzata più tardi, dopo la nevicata che ha imbiancato il bellunese, sulla strada che porta a Rivamaor. Potrebbe sembrare in Bianco-Nero, ma vi assicuro che è a colori…