#13 Oggi festa

Giornata di festa oggi, non perché è domenica, ma perché mi vengono a trovare il mio secondo figlio, la sua compagna e Sofia, la loro bimba. Tante cose da fare e poco tempo per farle: come al solito, ma con meno tempo del solito, però. E, tra le cose da fare, anche la foto del giorno… Mmm…

Per un istante il pensiero va al primogenito, che mi ha messo in questo guaio, e non è propriamente un pensiero riconoscente. Anzi. Ma l’arrabbiatura dura davvero un attimo e si scioglie in un sorriso. In fondo questa cosa piace pure a me. Non so perché, proverò a pensarci, però è innegabile che la cosa mi diverta.  Però, che mi faccia perdere un sacco di tempo, questo non posso negarlo… Potrei cavarmela con una foto a Sofia; un bel ritratto, perché no?  Seee! Come se stesse ferma un attimo, quella! Le uniche foto non mosse che ho di lei, gliele ho carpite mentre dormiva. Una forza, la bimba…

Fuori continua a nevicare. Meno, ma continua. Do un’occhiata al meteo. Prevede neve. Bella scoperta! Non occorre mica essere scienziati per capirlo… io voglio sapere quanto dura, quanta ne farà: così da potermi regolare. Consulto vari siti meteo senza riuscire a ricavarne un’indicazione comune. Sto perdendo tempo e non è il caso. Tanto vale che esca, che scatti la prima foto che mi salta agli occhi e torni subito a casa a preparare il pranzo.

Quel che succede è che vengo travolto dalla magia della neve. Il paesaggio consueto non esiste più, sostituito da questo fresco e luminoso biancore che tutto copre, pulisce, rinnova. Mi addentro in un boschetto dal quale si domina Belluno. L’idea sarebbe quella di fotografarla dall’alto, ma non è cosa: con la neve che continua a cadere la visibilità è di poche decine  di metri e le case di Borgo Piave s’intravedono appena. In compenso le mie scarpe sono già zuppe, mentre dall’alto dei rami scossi la neve mi piomba sulla testa. Qualche fiocco mi s’infila nel collo e scivola giù, gelandomi.

Decido di spostarmi in campo aperto. C’è una casa diroccata lì vicino e i campi con i monconi tranciati delle pannocchie disegnano delle belle geometrie. Preso dall’entusiasmo per quel posto magico, scatto parecchie foto. Non mi fermo finché – fotograficamente parlando – non mi impadronisco del luogo, finché non l’ho del tutto “consumato”.

Solo allora mi accorgo che è tardissimo. Per tutta la strada del ritorno penso a cosa posso escogitare per sfamare i miei ospiti e quale scusa inventare per giustificare la mia impreparazione.

–          Una pasta, vi va bene? La condiamo con del sugo d’anatra pronto.
–          Com’è, buono?
–          Scherzi? Buonissimo!

* * *

La foto di oggi non vi stupisca. Ho scelto di postare l’immagine di una piccola bacca. E’ minuscola, è vero, ma se non avessi scattato a destra e a manca per due ore e per un chilometro quadro, non sarei mai arrivato a fino lei!

Una bacca nella neve

Una bacca nella neve

#2 Riflessi

Questa mattina mi sono svegliato con il pensiero di dover fare una foto per il blog, poi ho tirato su la serranda: nevicava! Ero felice come un bambino. Mi è tornato alla mente un passaggio del tema d’italiano di terza elementare: “la neve fioccava a larghe falde…”. Manco sapevo cosa volesse dire “a larghe falde”, ma avevo capito che andava bene dirlo per la neve che veniva giù. Comunque, per farla breve, il mio problema era risolto: in un modo o nell’altro avrei fotografato la neve o qualche posto che avesse a che fare con la neve. Bisogna stare sul pezzo, come si dice. Sul computer le previsioni mettevano pioggia nel pomeriggio: bisognava che mi sbrigassi se non volevo fotografare solo la “pacèca” (per i non bellunesi: neve sciolta e calpestata, fanghiglia di neve). Prima, però, mi ero ripromesso di fare il pieno di acqua alla fontana della Vena d’Oro perché è gratis, buona e leggera, alla faccia di Ciarrapico. Sulla strada del ritorno (come San Paolo) mi coglie l’illuminazione: sarei passato dall’Agriturismo Rio Cavalli, ecco dove avrei fatto le foto di oggi!

Incrocio due avventori che escono dal locale. Ho voglia di un caffé, ho i guanti bucati e mi gelano le mani, ma resisto: prima le foto. Il posto è magnifico. Praticamente sono l’unico visitatore (chi vuoi che venga a pescare dopo una nevicata?) e me lo giro in lungo ed in largo. Mi diverto come un pazzo a scattare un’immagine dopo l’altra. Ci sono i laghetti, pesci non se ne vedono, ma immagino che ci siano pure loro. Sulle acque placide si rispecchiano, tremolando, alberi e cespugli. Fotografo ogni pianta, le panchine, i riflessi, tutto quanto fa geometria. Alla fine del secondo laghetto, protetti da una recinzione – o chiusi da una recinzione, dipende dai punti di vista… – c’è un magnifico esemplare di cervo maschio attorniato da un nugolo di cerbiatti. Il cervo è sospettoso e mi tiene d’occhio, i cerbiatti invece se ne fregano, continuano a pascolare avanti e indietro come se non esistessi. Ovviamente li immortalo con i miei click.

Al termine del mio giro mi rendo conto d’avere le mani gelide. Mi riprometto di comprarmi appena possibile un paio di guanti nuovi ma al momento la cosa migliore che possa fare è entrare nell’agriturismo per scaldarmi. Ordino un caffè caldo e mentre il sangue riprende a circolare mi accorgo che è già mezzogiorno, ci sono degli avventori ai tavoli, si sente il chiacchiericcio tipico delle trattorie di una volta. Chi me lo fa fare di tornarmene a casa al freddo e al gelo (la stufa è spenta!) e inventarmi qualcosa da mangiare? M’informo sul menù. Per 11 euro si mangia primo, secondo, contorno e bevande. Anche vino? Anche vino. Mentre aspetto do un’occhiata sommaria alle foto: come al solito ho scattato troppo, come farò a scegliere? Per me le foto, a meno che non siano del tutto sbagliate, sono come dei figli: mi ci affeziono. Mi ci vorrà un sacco di tempo a selezionarle e so già che dopo averne scelta una guarderò tutte le altre con il rimpianto di un padre contrito! E così è, in effetti. Alla fine ne ho scelta una, che non è la più bella, ce ne sono almeno tre o quattro che reputo migliori, ma questa si è imposta sulle altre perché rappresenta meglio la giornata, il luogo, il gioco delle riflessioni sulle acque gelide dei laghetti. Eccola, è questa qui.

Agriturismo Rio Cavalli

Agriturismo Rio Cavalli

Clicca sulla foto per guardarla meglio